Il Canada pubblica un rapporto preliminare sugli UAP

L’Office of the Chief Science Advisor for Canada (OCSA) ha pubblicato il suo primo rapporto sul progetto Sky Canada il 15 gennaio 2025.

Il rapporto – posticipato di diversi mesi – era stato programmato originariamente per l’autunno del 2024. A dicembre 2024 è arrivata la notizia che sarebbe stato pubblicato in due parti nel corso di quest’anno, la prima delle quali è un riassunto esecutivo più alcune raccomandazioni. Il rapporto vero e proprio sarà pubblicato più avanti, nel corso dell’anno.

La prima parte, intitolata Management of Public Reporting of Unidentified Aerial Phenomena in Canada” è stata pubblicata il 15 gennaio 2025.

Si tratta di un’anteprima del vero e proprio rapporto di Sky Canada.

Contiene un “Messaggio” del Consulente scientifico in capo del Canada, la dottoressa Mona Nemer, e un riepilogo esecutivo. Seguono due appendici, la prima delle quali è un elenco di collaboratori ed esperti consultati (compreso il sottoscritto) e la seconda, i risultati di un sondaggio condotto tra i canadesi da un’agenzia esterna, in merito alle opinioni sugli UAP.

No, non si è trattato  di una “discloure”, come avevano sostenuto alcuni beniamini dei media quando parlano di UAP. In realtà, sono abbastanza sicuro che la maggior parte degli appassionati di UFO sarà delusa dal rapporto, in quanto non contiene dettagli su un singolo caso UAP, nomi di informatori o luoghi in cui si sono schiantati gli UFO. Il che non sorprende chi studia l’ufologia al di là delle affermazioni sensazionali sui social media.

In realtà, l’OCSA lo ha chiarito più volte anche sul suo sito web, che aveva persino un Disclaimer in cima alla pagina:

“Va precisato che lo Sky Canada Project non ha lo scopo di accedere e raccogliere dati di prima mano (come foto, testimonianze, ecc.), né di rendere l’OCSA il principale punto di contatto per i canadesi che desiderano segnalare osservazioni o esperienze personali. Inoltre, non ha lo scopo di provare o confutare l’esistenza di vita extraterrestre o visitatori extraterrestri.
Lo Sky Canada Project è stato – invece – concepito per esaminare cosa è stato fatto in materia di  UAP all’interno del governo canadese e come funziona tale approccio. In sostanza, sta gettando le basi per uno studio importante piuttosto decente sugli UAP, forse migliore dello studio del Colorado.
Lo Sky Canada Project è stato avviato nell’autunno del 2022 per studiare come vengono gestiti in Canada i resoconti dei fenomeni aerei non identificati (UAP) da parte del pubblico e per raccomandare miglioramenti.”

Non c’è nulla che riguardi la “disclosure”.

Cosa c’è allora nel rapporto? Nemer lo spiega nel suo Messaggio:

Il nostro obiettivo era trovare le risorse e i processi esistenti per la gestione e il follow-up delle segnalazioni di UAP, confrontarli con le migliori pratiche in altri Paesi e formulare raccomandazioni per potenziali miglioramenti. Di conseguenza, questo rapporto si concentra sui servizi disponibili al pubblico canadese per la segnalazione di UAP e non sugli UAP stessi; la comprensione di questa distinzione è fondamentale per la lettura del rapporto.
Il progetto Sky Canada non si propone di indagare su cosa siano gli UAP. Riguarda l’informazione scientifica ed è utile a tutti.
Lo studio esplora l’attuale panorama delle segnalazioni, identifica le lacune e fornisce raccomandazioni per migliorare la trasparenza e l’indagine scientifica sui problemi degli UAP in Canada.”

In altre parole, il team di Nemer voleva sapere cosa si stava facendo in merito agli UAP nei dipartimenti governativi e fare raccomandazioni su cosa si sarebbe dovuto fare per migliorare la situazione.

L’enfasi era sull’adozione di un approccio scientifico, invitando persino la comunità scientifica canadese ad assumere un ruolo più attivo nello studio degli UAP. In particolare, come hub per la ricerca sugli UAP è stata suggerita l’Agenzia spaziale canadese. (Come se…)

Nemer ha poi continuato:

“Il team di Sky Canada ha raccolto informazioni da dipartimenti e agenzie federali, dalle parti interessate, esperti e altre organizzazioni, su come le osservazioni UAP segnalate dal pubblico vengono gestite in Canada.
Abbiamo anche esaminato i registri disponibili al pubblico, come i dati storici sugli UAP, nonché i report e le indagini relative agli UAP. Ciò includeva l’esame di pratiche e archivi storici, nonché delle attuali procedure e sfide associate alla raccolta e all’analisi di dati affidabili.”

Similmente all’AARO negli Stati Uniti, Sky Canada è interessata allo studio degli UAP, andando avanti anziché cercare di capire come utilizzare i registri e i dati storici, benché li abbia esaminati un po’. Per esempio, hanno analizzato in dettaglio il Canadian UFO Survey e Nemer ha fatto riferimento al Survey quando ha osservato:

“Alcune fonti pubbliche stimano che i canadesi segnalino tra 600 e 1.000 avvistamenti di UAP all’anno”.

Nel complesso, il rapporto del progetto Sky Canada getta le basi per la ricerca e le indagini canadesi sulla natura degli UAP. Il rapporto ha esaminato lo stato attuale dell’interesse e del coinvolgimento degli UAP all’interno del governo e ha anche “tastato il polso” dei canadesi e delle loro opinioni sugli UAP. Sky Canada ha formulato una serie di raccomandazioni sul coinvolgimento del Canada nella questione degli UAP, suggerendo la necessità di una maggiore trasparenza all’interno del governo, di una maggiore risposta al pubblico canadese, che necessita di informazioni sempre più accurate sugli UAP e di una maggiore attenzione da parte della comunità scientifica, in particolare dell’Agenzia spaziale canadese.

Sky Canada ha rilevato diverse preoccupazioni sul modo in cui gli UAP sono gestiti dal governo canadese in questo momento:

  • Non esiste un posto unico in cui segnalare gli UAP in Canada (o da nessuna parte, in realtà). Ciò significa che vari dipartimenti potrebbero ricevere segnalazioni sugli UAP, ma non c’è coerenza o metodologia nel farlo.

  • Non c’è un posto in cui il pubblico o i ricercatori possano ottenere informazioni affidabili sugli UAP. Di nuovo, un problema universale.

  • Anche nei casi di UAP segnalati agli enti ufficiali, di solito non c’è analisi degli avvistamenti; nessun follow-up con testimoni. Questo è particolarmente il caso di Transport Canada

  • La comunità scientifica non è interessata agli UAP.

  • Tra la popolazione generale, la cultura scientifica è bassa e c’è bisogno di cambiare questo. Nemer ha effettivamente notato che molti testimoni segnalano semplici errori di identificazione e come la disinformazione sia dilagante nella società.

Ok, e allora cosa si può fare? Il team di Nemer ha formulato una serie di raccomandazioni:

  • Dovrebbe essere incaricata un’agenzia federale per gestire gli UAP. In particolare è stata nominata l’Agenzia spaziale canadese.

  • Dovrebbe essere creato un organo investigativo per indagare sugli avvistamenti di UAP.

  • Transport Canada dovrebbe modificare la sua politica per incoraggiare i piloti a segnalare gli UAP.

  • Dovrebbe esserci più dialogo pubblico sugli UAP tra il governo, gli accademici e la popolazione generale.

  • Dovrebbe esserci più cooperazione intergovernativa per quanto riguarda gli UAP. In altre parole, la RCMP dovrebbe condividere con il DND, con Transport Canada, AECL e via dicendo.

  • Dovrebbero esserci migliori relazioni con i media sull’argomento.

  • Dovrebbe essere creato un organo consultivo per contrastare la disinformazione sugli UAP.

  • I dati sugli UAP dovrebbero essere resi accessibili al pubblico.

  • Dovrebbero esserci sondaggi periodici tra i canadesi per monitorare le convinzioni.

  • Si dovrebbe incoraggiare la “citizen science” (scienza dei cittadini) sugli UAP, inclusi progetti di volontariato, presentazioni in biblioteche pubbliche, ecc.

  • Dovrebbe essere sviluppata una risorsa per la raccolta dati, come un’app per segnalare gli UAP, come ha fatto Enigma.

  • Gli astronomi dovrebbero avviare una discussione seria sugli UAP. Questa è stata una raccomandazione curiosa, poiché lo Sky Canada Project ha menzionato la vita extraterrestre un paio di volte, suggerendo che è un fattore importante negli studi sugli UAP.

  • Condividere le informazioni sugli UAP con organizzazioni e organismi internazionali come NASA, AARO, ecc.

  • Incoraggiare e promuovere collaborazioni di ricerca sull’argomento degli UAP.

Quante di queste saranno adottate? Chi può dirlo?

Per molti versi, il sondaggio di Sky Canada sui canadesi contiene alcune delle informazioni più interessanti. I lettori del mio blog sapranno che Ufology Research ha condotto un sondaggio sui canadesi anni fa sugli UFO. E ho pubblicato sondaggi sull’argomento diverse volte.

Il sondaggio di Sky Canada ha rilevato che il 30% dei canadesi è preoccupato per gli UAP e che il 40% afferma che gli UAP sono un problema di sicurezza aerea. Per me, se così tanti canadesi sono preoccupati per gli UAP come problema di sicurezza, questo da solo è sufficiente a giustificare uno studio più approfondito.

Circa il 10% dei canadesi ritiene che gli UAP siano astronavi aliene.

Sky Canada ha scoperto che i canadesi sono molto assetati di notizie sugli UAP. Il 67% è interessato a storie sugli UAP e il 62% desidera specificamente sentire notizie sugli UAP in Canada.

Sorprendentemente, Sky Canada ha scoperto che il 27% dei canadesi ha visto un UAP a un certo punto della propria vita e l’11% nell’ultimo anno, sebbene solo il 9% dei testimoni abbia segnalato il proprio avvistamento. Ciò è correlato alla scoperta che il 38% dei canadesi non ha idea di dove segnalare un UAP.

Il 28% afferma che segnalerebbe un avvistamento di UAP alla polizia o agli uffici militari, sebbene nessuno di questi abbia procedure in atto per gestire le segnalazioni. Solo il 13% dei canadesi segnalerebbe un UAP a un ufficio governativo.

Il sondaggio ha rilevato che in generale, i canadesi desiderano un maggiore coinvolgimento del governo nelle questioni relative agli UAP.  Il 55% desidera un’agenzia governativa per la gestione delle segnalazioni di UAP e il 60% pensa che il governo dovrebbe tenere informati i canadesi sugli UAP.

Inoltre, il 49% dei canadesi (contro il 40% contrario) pensa che il governo dovrebbe stanziare fondi per indagare sugli UAP.

La scoperta più sorprendente è stata che il 27% dei canadesi afferma di aver visto un UAP. Questo è in contrasto con tutti gli altri sondaggi sull’argomento, che di solito hanno rilevato che circa il 10% della popolazione aveva visto UFO o UAP. La ragione più probabile della differenza è il modo in cui il sondaggio è stato condotto dall’agenzia esterna, che ha utilizzato le risposte di “1.008 membri di un panel online”.

Sky Canada ha quindi avvertito: “Si noti che i risultati di tali sondaggi auto-selezionati non possono essere descritti come statisticamente riconducibili all’intera popolazione canadese”.


Per parte nostra, possiamo sperare che il governo canadese ascolti i canadesi e implementi le raccomandazioni del Progetto Sky Canada.

 

[NdA: sì, li hanno chiamati “aerei” invece che “anomali”. Il Canada non ha UAP sottomarini o spaziali].

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[Articolo ripreso per gentile concessione di  Ufology Research     – Traduzione di Piero Zanaboni]

 

Chris Rutkowski è uno scrittore scientifico e ricercatore canadese noto per la sua attività ufologica. È uno dei coordinatori del Canadian UFO Survey e fa parte de l J. Allen Hynek Center for UFO Studies (CUFOS). Rutkowski ha dedicato la sua carriera allo studio degli UFO e ha scritto numerose pubblicazioni sull’argomento. È anche associato all’Università di Manitoba, dove contribuisce alla documentazione e all’analisi degli avvistamenti di UFO.

Chris Rutkowski, il più attivo ufologo canadese

L’attendibilità delle pubblicazioni ufologiche è stata bassa fin dall’inizio della storia contemporanea del fenomeno, ma ciò non toglie che nell’era della comunicazione tradizionale, quella a stampa, esistesse una piccola serie di periodici specializzati editi in varie parti del mondo che potevano essere letti con profitto da persone devote a un atteggiamento razionale e prudente sul mondo in generale e sul fenomeno UFO in particolare.

Questi periodici di carta oggi sono pressoché scomparsi. La trasformazione quasi totale dei punti di riferimento degli appassionati in “luoghi” telematici ha disarticolato il già fragile quadro e reso difficile orientarvisi anche all’utente  sofisticato e di cultura superiore alla media.

Per dire che è possibile fare diversamente anche da soli o in piccoli gruppi oggi vi presentiamo un esempio di buon lavoro e di una buona presentazione dei problemi presente in rete da molti anni a opera di Chris A. Rutkowski, un ufologo e scrittore canadese  appassionato anche di altri argomenti controversi.

Di Rutkowski si era già detto qualcosa, ma ora lo additiamo al pubblico come indice di alcune scelte in apparenza ovvie ma che in realtà stanno a indicare tutta una serie di opzioni che ovvie non sono: quelle che stanno dietro la valutazione scientifica delle segnalazioni di presunti fenomeni aerei non identificati.

Questo è quanto accomuna noi del CISU e altre piccole minoranze di studiosi di tutte le parti del mondo a una persona geograficamente così lontana come Rutkowski: la ricerca collettiva e sottoposta a riflessione pubblica su ciò che accade quando delle persone riferiscono di aver visto qualcosa di strano in cielo o nei pressi del terreno.

Rutkowski, oltre ad un sito in cui riassume anno dopo anno l’andamento generale delle segnalazioni canadesi ha anche un blog che vi invitiamo a seguire.

Su di esso troverete aggiornamenti periodici sufficienti per capire – ad opera di una sola persona – sia ciò che accade in un intero Paese sia a mettervi in guardia dall’incredibile circo di stupidaggini irrazionali che è la quasi totalità dei discorsi sul fenomeno UFO.

Anche in Canada.

Uno strano oggetto in un bosco… 55 anni dopo

Alla fine di luglio, una notizia proveniente dal Canada ha riportato all’attenzione sia gli anni della prima Guerra Fredda fra blocco comunista e quello occidentale, sia una delle cause per un certo numero di avvistamenti UFO – anche fra quelli classici – avvenuti nel periodo che va fra il 1948 e i primi anni anni ’60 del secolo scorso.

La stampa canadese ha spiegato che, dopo tanti anni, i McPherson, una famiglia di Moncton, nella provincia del New Brunswick, erano riusciti a risalire all’origine del ritrovamento di una grande, misteriosa “capsula” caduta fra i rami di un albero presso monte Lutes, una quindicina di chilometri a nord di Moncton.

Si trattava di un oggetto metallico pesante 181 kg, dotato di grandi lenti, dall’aspetto palesemente “spaziale”. Portato alla fattoria dei McPherson e soggetto alla curiosità locale, fu preso in consegna prima dalla Polizia a cavallo e poi dall’esercito.

I sospetti e le recriminazioni negli anni successivi furono alimentati da un paio di richieste di notizie sulla natura dell’oggetto da loro recuperato respinte dalle Forze armate.

Ora i McPherson sono soddisfatti: la declassificazione di alcuni documenti d’archivio della CIA ha chiarito in via definitiva all’intera cittadina canadese ciò che agli occhi dello storico era già prima altamente plausibile. Quella “capsula” in realtà era il complesso fotografico per ricognizione strategica di un pallone operante ad altissima quota, parte del Programma Genetrix dello Strategic Air Command (SAC) statunitense, programma rivolto ad aumentare le capacità di intelligence aerea sull’Unione Sovietica e sui suoi paesi satellite.

Il Programma Genetrix è da considerarsi il culmine qualitativo dell’impiego di palloni stratosferici a fini di ricognizione militare: esso prende le mosse nell’autunno del 1947, con il primo lancio dello Skyhook e prosegue per tutto il decennio successivo (Progetti Mogul, Moby Dick, ecc.), a volte usando come copertura l’impiego scientifico di quegli enormi aerostati.

L’uso dei palloni stratosferici per scopi di intelligence cominciò a declinare a partire dal 1956, quando gli Stati Uniti introdussero l’aereo da ricognizione U-2 e, anni dopo, l’ineguagliato SR-71 Blackbird. Lo sviluppo della ricognizione via satellite fece il resto.

Per restare a un esempio italiano di avvistamenti UFO di quegli anni probabilmente dovuti a cause di questo tipo, si possono menzionare le osservazioni che furono fatte il 28 gennaio 1956 su tutta la Puglia. E’ altamente probabile che quegli episodi fossero dovuti ad un’ondata di lanci di Genetrix fatta dall’aeroporto militare di Giebelstadt, nel sud della Germania.

Oggi l’uso a fini militari dei palloni stratosferici è scomparso e quello scientifico ha perso gran parte della sua importanza. Sotto il profilo dell’indagine dei casi ufologici, è assai più probabile che siano scambiati per UFO aerostati di grandi dimensioni come le mongolfiere, oggi sempre più tecnicamente sofisticate, dalle forme improbabili e dotate di superfici altamente riflettenti.

Un bellissimo esempio di questo tipo è costituito dalle osservazioni che il 20 settembre 2016 interessarono una parte non piccola del territorio italiano.

[Nell’immagine in evidenza: uno dei primi lanci operativi del Programma Genetrix, il 10 gennaio 1956. Fonte: account Twitter del “National Reconnaissance Office”, NRO]

STEVE non è un UFO, però…

STEVE non è un UFO.

Però STEVE è un fenomeno ottico dell’alta atmosfera, a quanto pare nemmeno troppo raro, di cui fino a poco tempo fa nessuno si era reso pienamente conto, malgrado le innumerevoli osservazioni, esperimenti e studi di fisica atmosferica condotte ogni anno.

STEVE è sigla delle parole Strong Thermal Emission Velocity Enhancement, usate per descrivere un fenomeno luminoso prodotto  da gas atmosferici che si trovano a circa 300 chilometri di altezza e la cui temperatura si aggira sui 3000 °C .

E’ in quella zona dello spazio circonvicino alla Terra sopra le regioni del mondo poste alle latitudini del Canada centrale che sono stati visti formarsi gli STEVE, grandi fasce luminescenti che si muovono a circa sei chilometri al secondo.

STEVE è largo 25-30 chilometri, si distende sempre in direzione est-ovest e può esser lungo molte centinaia di chilometri. Può durare anche un’ora e d’inverno non è visibile. A volte presenta una forma che ricorda una staccionata.

Quel che interessa dal punto di vista dell’ufologia scientifica sono le modalità con le quali si è giunti a verificare l’esistenza di STEVE e – poi – a spiegarla nell’ambito dei modelli  correnti della fisica dell’alta atmosfera.

Alcune persone raccolte intorno all’Alberta Aurora Chasers, un gruppo di  canadesi appassionati di astronomia e in modo particolare di aurore boreali ha cominciato a registrare le osservazioni visive di questo strano fenomeno che genera luci verdi e rossastre. In un primo momento pensarono a una manifestazione speciale delle cosiddette aurore boreali di protoni, ma questo fenomeno non è mai risultato visibile ad occhio nudo e la possibilità di ricondurlo ad esse decadde.

A questo punto, nel 2016, la diffusione attraverso il gruppo Facebook  dell’Alberta Aurora Chasers delle notizie sulle osservazioni richiamò l’attenzione di altri appassionati di aurore e di vari astrofili. Furono così raccolte almeno cinquanta testimonianze dettagliate di questo nuovo fenomeno.

In questo modo la cosa è giunta all’attenzione della NASA, dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Calgary (Canada). In questo modo è stato possibile impiegare i tre satelliti del cosiddetto progetto SWARM destinato allo studio del campo magnetico terrestre per validare l’esistenza del fenomeno descritto in un primo tempo in modo casuale e intermittente.

Non è ancora del tutto chiaro se STEVE debba essere considerato una variante dell’aurora boreale o qualcosa di diverso da essa, ma quel che colpisce l’ufologo di orientamento scientifico è questo:

osservazioni ottiche di tipo empirico, non strutturate, fatte nell’ambiente naturale e non in un contesto di laboratorio da parte di gruppi di persone con adeguata capacità di descrizione e registrazione dei dati hanno attirato l’attenzione del mondo accademico, che ha messo a disposizione risorse, competenze e modelli teorici per cercare di verificare la natura di quelle osservazioni e di valutare se fosse necessario considerarli indizi di un fenomeno finora ignorato.

Questo circolo virtuoso pare aver prodotto ciò che l’ufologia scientifica ritiene possibile (non certo, al momento): un ampliamento (anche di portata contenuta) delle nostre conoscenze nelle scienze della natura a partire da osservazioni incidentali di fenomeni atmosferici.

E’ possibile che quanto sta accadendo con STEVE possa un giorno avvenire anche per i cosiddetti fenomeni UFO?

Nell’attesa, ecco STEVE in tutta la sua bellezza in una serie di video e foto. Nell’immagine in evidenza qui sopra, il fenomeno ripreso il 29 giugno 2016 a Kakwa, nell’Alberta canadese, dal mineralogista Catalin Tappardel. Credit: CalgaryHerald.com)

 

 

La “Canadian UFO Survey 2016”: ovvero, tutti gli UFO canadesi del 2016

E’ ormai il ventottesimo anno consecutivo che l’associazione ufologica canadese UFOlogy Research of Manitoba, diretta dallo studioso Chris Rutkowski, rende noto il quadro complessivo dei casi ufologici raccolti e studiati per l’anno precedente per l’intero territorio del Canada.

Lo segnaliamo ai lettori soprattutto per un motivo: si tratta di un’iniziativa che cerca di rispondere alla domanda di base del problema ufologico, che è questa:

le osservazioni ufologiche fatte in tutto il mondo da persone in buona fede e di ogni estrazione culturale, sono indicative di uno o più fenomeni sconosciuti alle attuali conoscenze scientifiche? Oppure sono tutte attribuibili ad errori, equivoci, cattive interpretazioni, ecc.?

Per affrontare in modo adeguato il problema bisogna occuparsi in modo sistematico, razionale e costante della casistica corrente. Questa è una delle cose principali che, come questi colleghi canadesi, fa il Centro Italiano Studi Ufologici.

Nel 2016 per il Canada sono state raccolte 1.131 segnalazioni (si consideri che è un Paese di 35,8 milioni di abitanti, dunque un numero in proporzione assai elevato di casi). Per il quinto anno consecutivo il numero di eventi è stato superiore a mille, ma al contempo i casi non identificati – esattamente come da noi – sono diminuiti e per il 2016 essi hanno toccato la percentuale del 4%, il che vuol dire non più di quarantacinque episodi (anche se, lo si noti, quelli con dettagli insufficienti per una qualsiasi valutazione restano numerosissimi).

Proprio come per il CISU, la convinzione degli studiosi canadesi è che il numero di casi per i quali non è stato possibile raggiungere una spiegazione sia progressivamente calato per la nostra maggior disponibilità di strumenti, di capacità analitiche e di esperienza operativa da parte degli ufologi di orientamento scientifico.

Ecco  comunque uno fra quelli che sono stati ritenuti i più interessanti “non identificati” canadesi del 2016.

Il 14 novembre 2016, alle 06.22, nei pressi di Toronto un aereo commerciale che stava effettuando un volo di linea ha avuto un near miss (mancata collisione) con un oggetto volante non identificato.

Mente volava a 8.300 piedi di quota (2530 m circa) a poco più di quarantacinque chilometri ad est del punto di approccio iniziale all’aeroporto di Toronto, l’equipaggio di questo aereo notava un oggetto direttamente davanti alla propria rotta. Si trattava di un corpo dall’aspetto solido dal diametro compreso fra 1, 5 e 2,30 metri circa, a forma di “ciambella con buco al centro” o di “camera d’aria”.

Si noti che i membri dell’equipaggio presenti in cabina hanno subito lievi escoriazioni, perché il pilota ha ritenuto di dover compiere un’azione evasiva intravedendo i rischi di una collisione fra l’aereo e l’oggetto volante.

Tutti i testimoni hanno dichiarato di escludere potesse trattarsi di un pallone e, quanto a un drone, la quota elevata al quale si trovavano e l’area vietata a quel tipo di velivoli renderebbero la cosa improbabile.

Il Comitato per la Sicurezza dei Trasporti canadese, studiato l’evento, ha concluso la sua relazione sull’episodio asserendo che “l’incidente deve esser classificato come mancata collisione con un oggetto volante non identificato.”

Del caso avevamo già parlato su questo sito nel novembre scorso.

Una questione centrale, tuttavia, rimane aperta alle controversie scientifiche più serie. Che cosa significa la presenza del residuo di non identificati come l’episodio appena accennato? Costituiscono davvero l’evidenza di qualche fenomeno che non conosciamo (cioè, sono dei “veri UFO”)? Oppure non siamo stati bravi a sufficienza nell’analizzarli e anche questi potrebbero essere fatti dovuti a cause “normali”?

La sfida è tuttora senza vincitori.

I droni colpiscono ancora?

DI GIORGIO ABRAINI

Potrebbe essere un drone la causa di un air miss con un oggetto volante non identificato occorso lunedì 13 al volo POE204 diretto da Ottawa a Toronto (Canada).

Dopo aver iniziato la fase di avvicinamento all’aeroporto “Billy Bishop” della città sul lago Ontario i piloti del bimotore modello “Dash 8” delle “Porter Arlines” a circa tremila metri di quota hanno notato un oggetto sul loro percorso di volo.

Secondo i dati di volo disponibili, essendo l’oggetto vicino e di dimensioni abbastanza grandi, i piloti hanno ritenuto opportuno effettuare una manovra evasiva portando l’aereo a recuperare quota.

L’improvviso cambio di rotta ha causato lievi contusioni a due membri dell’equipaggio impegnati nei preparativi per l’atterraggio, mentre i passeggeri non hanno riportato alcun danno.

Per ora l’oggetto rimane non identificato: i piloti hanno dapprima pensato a un pallone aerostatico, poi non hanno escluso la possibilità che si trattasse di un drone.

Sull’incidente sta indagano il “Transportation Safety Board” canadese.

Nell’immagine in evidenza: un aereo delle “Porter Airlines” in fase di atterraggio a Toronto.