“Fratello dello spazio”: una rarità del cinema di fantascienza ufologica torna in tv

Lo scorso 4 agosto, il canale televisivo Iris ha trasmesso il film di fantascienza Fratello dello spazio. Si tratta di una pellicola italo-spagnola realizzata nel 1988, ma mai uscita nelle sale cinematografiche del nostro Paese.

La rilevanza ufologica è doppia: la trama (in parte ricalcata sul più celebre film “E.T.”) racconta di un disco volante precipitato e di un pilota extraterrestre sopravvissuto, braccato dai militari americani ed aiutato da una donna. Ma di particolare rilievo è anche il nome del regista, Roy Garrett, pseudonimo americaneggiante di Mario Gariazzo [nell’immagine in evidenza]. Sempre con quello pseudonimo, Gariazzo aveva già diretto nel 1978 due film di ispirazione ufologica: Occhi dalle stelle e la versione erotica Incontri molto… ravvicinati del quarto tipo.

Pochi sanno però che Mario Gariazzo (1930-2002) era stato un ufologo attivo già alla fine degli anni ’50: iscritto al NICAP (l’organizzazione americana diretta da Donald Keyhoe), prima di trasferirsi da Torino a Roma aveva lanciato e diretto (con lo pseudonimo “Sidereus”) la rivista “Dischi volanti”, che uscì nelle edicole italiane per soli quattro numeri nel 1960, e successivamente mantenne un rapporto (soprattutto epistolare) con diversi studiosi dell’argomento, cercando a lungo di coniugare la professione cinematografica con la passione per gli UFO.

Il museo ufologico di Bagnoregio (Viterbo) – e “Il dono alieno”, cortometraggio sugli UFO

Sabato 29 luglio nell’ambito della manifestazione cinematografica Est Film Festival tenutasi a Montefiascone (Viterbo) è stato presentato il cortometraggio Il dono alieno, di Andrea Durantini.

Nel corto sono affrontati varie sfaccettature del mosaico ufologico e  viene intervistato Angelo Ferlicca, socio del CISU, che illustra la questione e presenta la sede di Montefiascone del Centro Italiano Studi Ufologici.

Angelo Ferlicca, del CISU.

Un’altra intervista ha per protagonista Giancarlo D’Alessandro [nella foto in evidenza] che parla del suo ottimo Museo ufologico, che ha personalmente allestito a Bagnoregio (Viterbo).

Sempre in tema di Cinema e UFO, ricordiamo che in occasione del quarantesimo anniversario della produzione del capolavoro si Steven Spielberg, Incontri ravvicinati del terzo tipo, è stato pianificato il ritorno nelle sale, per pochi giorni, di una speciale edizione rimasterizzata in 4K che verrà presentata in anteprima durante il Festival di Venezia 2017 per poi essere distribuita in tutto il mondo a settembre.
 
Per realizzare “Incontri ravvicinati del terzo tipo” Spielberg si avvalse della collaborazione dell’ufologo ed astronomo Josef Allen Hynek (che appare nel film in un cameo). Ad Hynek si deve la classificazione degli avvistamenti ufologici in categorie ben distinte che, seppur modificate, continuano ad essere tuttora impiegate dagli ufologi.
 
Il film ebbe all’epoca un grande successo e concorse agli Oscar con otto candidature – tra cui quella come miglior regista- la vittoria per la direzione della fotografia e e un premio speciale per l’editing degli effetti sonori.
 
La casa produttrice Sony ha messo a disposizione un lungo trailer realizzato per l’occasione e ha rilasciato l’immagine del nuovo manifesto del film, quello che vedete qui sotto.
[Hanno collaborato a questa news Andrea Bovo, Angelo Ferlicca, Antonio Rampulla e Paolo Toselli]

“Arrival”. Gli UFO come “segni” nel nuovo film di Denis Villeneuve

Arrival, l’ultima opera del canadese Denis Villeneuve, è un film importante che anche come ufologi vi invitiamo ad andare a vedere. Esce in tutta Italia giovedì 19.

Gli UFO di Arrival sono quelli di oggi, post-moderni e spiazzanti, privi di ammennicoli e a-tecnologici. Degli alieni, in pratica, nel film non ci sono visioni, ma soltanto la miriade di segni che producono.

E quando si parla di segni, s’intendono quelli che con la loro comunicazione gli alieni fanno rivolgendosi ai loro interlocutori e che in particolare –  non a caso –  fanno ad una studiosa di linguistica (Amy Adams, la vedete sopra) che prova a capire che cosa vogliano farci giungere.

Su tutto regna l’ambiguità della traduzione e quella della ricerca di una versione delle richieste degli alieni che siano condivisibili dagli abitanti della Terra, che però parlano lingue già fra loro quasi impossibili a rendersi. Da qui la loro tragedia con i “gusci”, come nel film si chiamano gli UFO.

La cifra del film non è dunque tecnologica o comunque visiva (l’arrival degli UFO come navicelle spaziali), ma largamente “scritta” e verbale.

Un modo curiosissimo e straniante di affrontare la questione anche per lo studioso e per l’appassionato intelligente dei fenomeni UFO, fenomeni che invece per il nostro imprinting di indagatori degli avvistamenti sono soprattutto “segni” visuali che si mostrano nel cielo e che noi cerchiamo di interpretare come tali.

Alle interpretazioni responsabili di quei “segni” (gli avvistamenti che si verificano ogni giorno) è dedicato gran parte del nostro tempo e del nostro sforzo e quei tentativi sono anche la nostra gioia.

 

On Sunday – Di domenica, cosa vuoi che succeda? – Il cortometraggio del regista David Lea

Di solito la produzione cinematografica che s’ispira in modo diretto alla mitologia sorta intorno agli UFO è deludente. Quella italiana in genere è pessima.

Alla vigilia della comparsa nelle sale italiane di un film apertamente “ufologico”, ossia Arrival, di Denis Villeneuve, in uscita giovedì 19 gennaio, vi segnaliamo  invece un ottimo cortometraggio, On Sunday, del regista inglese David Lea.

Un anziano sonnecchia in poltrona in una casa isolata sulla costa della Cornovaglia con accanto le testimonianze delle tappe della sua vita. La consuetudine della passeggiata sulla scogliera mostrerà solo a lui una grande, patetica astronave malandata uscire forse per l’ultima volta dall’Atlantico e schizzare via verso il cielo coperto.

Un evento che potrà condividere appena con il suo cane, e con lo spettatore – al quale pare rivolgere in chiusura un sorriso amaro appena accennato.

In meno di sette minuti, il bilancio di un’esistenza, il segno (forse) del suo significato, e anche la solitudine dei testimoni di eventi a volte difficili da raccontare e che rimangono pudicamente relegati in ambiti ristrettissimi.