Quest’anno cade il centenario dalla nascita di Peter Kolosimo. Giornalista e scrittore in diversi ambiti, dalla divulgazione tecnico-scientifica alla letteratura di anticipazione, dalla sessuologia ai misteri delle antiche civiltà, è noto al grande pubblico per aver introdotto in Italia l’”archeologia spaziale”, ovvero l’ipotesi che interventi extraterrestri abbiano influenzato la storia dell’umanità nel corso di millenni.
Libri come Terra senza tempo, Non è terrestre e Astronavi sulla preistoria hanno plasmato l’immaginario di una generazione, a cavallo tra gli anni ‘60 e ’70, facendogli vincere il Premio Bancarella.
Negli anni d’oro della sua produzione, Kolosimo visse e lavorò a Torino. Per questa ragione, nell’ambito delle varie iniziative e pubblicazioni in occasione della ricorrenza, il Museo del Fantastico e della Fantascienza dedica allo scrittore un convegno, che si terrà sabato 22 ottobre dalle ore 16 alle 19.
Fra i relatori che interverranno:
Piero Bianucci (già direttore di TuttoScienze)
“Il mio Peter Kolosimo”
Stefano Bigliardi (Università Al Akhawayn)
“Kolosimo, i ‘paleoastronautici’ e la teoria dell’evoluzione”
Fabio Camilletti (Università di Warwick):
“Kolosimo e l’Italia lunare”
Paolo Fiorino (Centro Italiano Studi Ufologici)
“Peter Kolosimo e il Monte Musiné”
Edoardo Russo (Centro Italiano Studi Ufologici)
“Kolosimo a Torino”
Con la partecipazione di Caterina Kolosimo, e la presentazione dell’antologia UFO: destinazione Terra (che raccoglie gli articoli di P.K. su dischi volanti e UFO), disponibile sulla nostra libreria on-line www.upiar.coom
Peter Kolosimo a Torino, nel 1968, con Gianni Settimo
Chi era Peter Kolosimo
Pier Domenica Colosimo nacque a Modena il 15 dicembre 1922, ma crebbe a Torino fino ai 17 anni di età e dopo gli anni della guerra (dove era stato prima nell’esercito tedesco, poi partigiano anti-nazista) ci tornò per lavorare come giornalista politico per i giornali socialisti, prima di espatriare in Jugoslavia come responsabile dei programmi in lingua italiana per quella che poi divenne Radio Capodistria.
Rientrato in Italia nel 1953, visse per quasi tredici anni a Bolzano, scrivendo articoli di vario genere su numerose riviste: argomenti tecnico-scientifici su quindicinali salesiani per ragazzi, articoli di costume e sessuologici su settimanali popolari, testi umoristici e racconti di fantascienza su pubblicazioni specializzate, fino a trovare il filone che lo rese famoso: i misteri della Terra, poi quelli delle antiche civiltà e infine l’ipotesi che visitatori extraterrestri siano giunti sul nostro pianeta.
A partire dal 1959 fu una serie ininterrotta di libri dai titoli immaginifici, con un crescente successo di pubblico: Il pianeta sconosciuto, Terra senza tempo, Ombre sulle
stelle, Non è terrestre (che vinse il Premio Bancarella nel 1969), Cittadini delle tenebre, Astronavi sulla preistoria, Odissea stellare, Polvere d’inferno, Fratelli dell’infinito, Italia mistero cosmico, Civiltà del silenzio, Viaggiatori del tempo, I misteri dell’universo.
A Torino, Kolosimo era tornato a vivere negli anni della sua svolta, tra il 1966 e il 1973, mentre ai volumi sull’archeologia spaziale ancora affiancava quelli su Psicologia dell‘eros e sul Comportamento erotico degli europei. A Torino aveva creato una rete di relazioni che andava dal pittore surrealista Lorenzo Alessandri (che gli illustrò la Guida al mondo dei sogni) all’ufologo Gianni Settimo, dal giovane giornalista Piero Bianucci (che grazie a lui passò dalla pagina letteraria alla divulgazione scientifica) ai circoli politici coagulatisi nel movimento Lotta continua.
Cosa poco nota, in questa città vinse nel 1968 il “Premio per la letteratura di anticipazione”, con una medaglia d’oro messa a disposizione dalla Città di Torino.
C’è chi ha sostenuto che quella di Kolosimo fosse in sostanza una forma di letteratura, anche se prevalentemente rivestita come reportage giornalistico e basata (almeno in parte) su fatti e persone esistenti: una via di mezzo innovativa tra informazione e intrattenimento, per la quale fu un precursore di quella che solo di recente è stata battezzata “infotainment”.
In ogni caso i suoi libri crearono un genere letterario, caratterizzando un segmento della cultura popolare italiana che è stata definita “occultura”, e fino alla sua prematura scomparsa nel 1984 hanno influenzato un’intera generazione, stimolandone l’immaginazione e legittimando l’irruzione del fantastico e del mistero nel quotidiano.